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Libertà – aprile 2010 - Dal 7 al 9 maggio l'olio della Valvezzeno in rassegna a Londra

Dal 7 al 9 maggio l’olio piacentino prodotto dall’Associazione terre di Gropparello sarà sui banchi delle degustazioni londinesi, “eccellente commensale” invitato dai piacentini di Londra, nell’ambito della rassegna che vedrà in “passerella” tutti i principali prodotti dei comuni della comunità montana della Valnure e Valdarda. Approda così oltreconfine l’iniziativa imprenditoriale dei 24 soci dell’Atg, il cui olio – frangitura 2009 – si è guadagnato un bel sette e mezzo dagli esperti dell’università di Bologna, che hanno rilevato un altro dato eclatante: l’altissima percentuale di polifenoli (valore a 860), indice della grande salubrità del prodotto. Il dato è stato reso noto dal tecnico Mauro Carboni (estensore del disciplinare dell’associazione) nel corso di un incontro sul tema organizzato l’altra sera a San Giorgio dall’assessore comunale e consigliere provinciale Enzo Varani, con la collaborazione del consigliere Cristina Busca e della taverna “Re di Coppe” che ha allestito la degustazione finale. «La standardizzazione fa a pugni con la valorizzazione del prodotto locale» ha sottolineato Varani, introdotto dal sindaco Giancarlo Tagliaferri.

Per l’assessore provinciale all’agricoltura Filippo Pozzi «in un momento di crisi come questo le micro filiere come quella dell’olio sono un’ottima strada per diversificare e, in prospettiva, cercare di integrare il reddito». L’auspicio dell’assessore, raccolto anche dal presidente provinciale di Coldiretti Luigi Bisi «è che le realtà territoriali facciano squadra. Lo spazio c’è». Lo stesso Carboni ha mostrato come «il reddito medio annuo degli olivi ammonti a 2.800 euro, contro i 512 dell’erba medica e i 148 del frumento, ovviamente la produzione inizia a diventare significativa dopo dieci anni circa dalla piantumazione».

L’esperienza Atg insegna. «Siamo partiti con i nostri mezzi – ha detto il presidente dell’associazione Gianpaolo Bononi – e abbiamo creato un modello di business che preveda un punto di pareggio in cinque anni». «Il nostro messaggio è chiaro – gli ha fatto seguito il responsabile relazioni istituzionali Marco Canavesi – e dice che da un piccolo centro come Gropparello ci si può espandere anche oltre i confini provinciali». «Richieste, infatti – ha osservato Bononi – arrivano anche dall’esterno, ma abbiamo dovuto limitarle, la domanda, oggi, supera di gran lunga la produzione».

Al centro dell’interesse trasversale di amministratori e produttori anche alcuni progetti collaterali. Primo tra tutti: l’idea di portare la filiera dell’ulivo nelle scuole, coinvolgendo i ragazzi nella raccolta e sensibilizzandoli sui temi alimentari.

Una lezione anche di storia, visto che – come ha sottolineato Carboni – «l’ulivo a Piacenza è una tradizione vecchia di sette secoli, poi accantonata per motivi ambientali, limiti territoriali, nuove congiunture politiche (apertura delle frontiere alle importazioni). Oggi l’Atg lo ripropone e, alla prova – assaggio, passa l’esame anche del critico gastronomico Michele Mauro che l’oro giallo della valvezzeno lo consiglia sul risotto agli asparagi.

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